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Ode al vivere naturale a ritmo di musica

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La copertina di Slow, l’ultimo album dei Secondamarea (Ilaria Becchino e Andrea Biscaro) dedicato al vivere naturale e lento e all’amore per l’ambiente

Il vivere naturale e lento e l’amore per l’ambiente si può mettere anche in musica. S’intitolano Petrolio e Via dall’orto i primi due singoli estratti da Slow, il nuovo album di Ilaria Becchino, classe 1982, e Andrea Biscaro, classe 1979, in arte Secondamarea, un duo musicale che ha dedicato un concept album alla celebrazione della natura e del ritmo del vivere naturale. Milanesi di nascita e grossetani d’adozione, in Slow hanno cantato di cambiamenti climatici, acqua, boschi inneggiando alla lentezza e, coerentemente con i temi trattati hanno deciso di presentare il loro lavoro in un Agritour che, fin qui, ha toccato aziende agricole, agriturismi, cascine e fattorie del Grossetano.

«Siamo felici di aver dato vita all’Agritour e aver riportato la musica alla terra trasformando spazi non propriamente “da concerto”, in luoghi musicali», spiegano Ilaria e Andrea che hanno puntato sull’essenzialità e sulla convivialità per un progetto a Chilometro Zero. «Abbiamo voluto dedicarci a un percorso sensoriale tout court, dove le note sono molteplici: sonore, olfattive, gustative, visive», hanno continuato i due musicisti che da dodici anni vivono all’Isola del Giglio e lì hanno scritto tutti i pezzi di Slow, compreso quello che ha dato il titolo all’album che, come spiegano, «è il fulcro poetico di tutto il concept. Un inno al vivere naturale e lento, al silenzio e all’armonia con gli altri».

Tra le dodici nuove canzoni c’è C’hanno rubato l’inverno in cui Ilaria e Andrea hanno affrontato il tema dei cambiamenti climatici, «ma anche quelli, ben più drammatici dell’uomo, della sua natura, della sua intelligenza, della sua capacità di osservare il tempo e il mondo», osservano i Secondamarea già candidati con i lavori precedenti al Premio Ciampi, De André, Bindi, al Biella Festival, al Festival Internazionale di Monaco di Baviera e al Premio Bianca d’Aponte.

Non manca l’amore per la natura, celebrata in Pellegrinaggio, «testo che prende spunto da una lirica di Lord Byron ed è un canto solitario e intimo per i boschi inesplorati, per la natura selvaggia ed incontaminata, per arrivare all’inevitabile conclusione che è meglio amare la natura che l’uomo». L’acqua, invece, è la protagonista di Acuacanta, «l’elemento forse più prezioso della nostra vita che non ha contorni, è anarchica, scorre e si adatta a tutte le forme – continuano –. La nostra canzone è un invito al rispetto e alla parsimonia». Macina, poi, è «un canto gioioso di lavoro in cui la macina non è solo strumento per molire, ma metafora esistenziale per frantumare false ideologie, paure e inibizioni».

Nel loro viaggio-esplorazione musicale c’è anche Via dell’orto, che è anche il secondo singolo estratto da Slow, «una canzone dal ritmo dinamico e danzante che ci sprona a riscoprire ciò che da sempre è dentro di noi», raccontano i Secondamarea evocando una corsa in mezzo ai campi «per ritrovare il senso del selvatico e, di conseguenza, il nostro senso più profondo».


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