BWT, acronimo di Best Water Technology, è fra le aziende leader nel settore delle tecnologie di sistemi di trattamento dell’acqua: con i suoi circa 5.500 dipendenti, lavora ogni giorno per fornire ai clienti dei settori residenziali, commerciali e industriali, degli alberghi e delle comunità, tecnologie innovative, economiche ed ecologiche del trattamento dell’acqua che garantiscono il massimo livello di sicurezza, igiene, salute e benessere nell’uso quotidiano dell’acqua. Abbiamo intervistato Lorenzo Tadini, direttore commerciale in Italia della società, con il quale abbiamo parlato di come si può e si debba migliorare il settore, per garantire accesso di acqua sicura e di qualità a tutti eliminando l’utilizzo della plastica, una delle piaghe più grandi del nostro tempo a causa delle microplastiche che sono ormai ovunque, persino nelle cellule del nostro organismo.
Acqua potabile in tutto il mondo a km zero
BWT ha un obiettivo davvero ambizioso: quello di rendere disponibile per tutti acqua potabile dalla qualità perfetta. Nel mondo 2,2 miliardi di persone non hanno accesso a servizi idrici sicuri e 4,2 miliardi a servizi igienici adeguati nelle proprie abitazioni. Secondo i dati dell’ultimo rapporto Unicef-Oms, nel 2020 una persona su quattro non disponeva di acqua potabile nella propria casa, la metà della popolazione mondiale di servizi igienici e 3 persone su 10 del necessario per lavarsi le mani. È per questo che BWT vuole cambiare il mondo, “sorso dopo sorso”, affinando l’acqua disponibile localmente e arricchendola con preziosi minerali e oligominerali grazie alle sue tecnologie innovative e brevettate, in modo tale che tutti sul pianeta possano godere di acqua sicura direttamente dal rubinetto di casa.
Lotta alle bottiglie di plastica monouso
L’effetto collaterale è di fatto un altro ambizioso obiettivo: portando l’acqua a tutti a Km 0, infatti, si ottiene di ridurre il consumo di bottiglie monouso, e di conseguenza la loro produzione, il trasporto e lo stoccaggio, lo smaltimento. Questo ultimo aspetto ci riguarda in particolar modo: infatti l’Italia è il primo consumatore di acqua in bottiglia in Europa. Basti pensare che mentre la media europea pro-capite si aggira intorno agli 87 litri all’anno, ogni italiano ne beve ben 223 litri, contribuendo non poco alle emissioni di CO2 ed alle tonnellate di rifiuti di pastica.
b.WaterMISSION: 321 pozzi in Africa
Infine, ma non ultimo, con il progetto b.WaterMISSION, la BWT si è presa l’impegno di costruire il maggior numero possibile di pozzi nelle aree rurali del Gambia e della Tanzania, garantendo così l’accesso ad acqua potabile sicura alle popolazioni in loco. La funzionalità di questi pozzi è garantita da un monitoraggio permanente e da una manutenzione affidata a strutture locali, che pone le basi per un‘implementazione sostenibile e durevole nel tempo. Ad oggi i pozzi di BWT in Africa sono 321, ma da quanto dicono in azienda, questo non è che l’inizio.
>>> TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE >>> Water footprint, l’impatto umano sul Pianeta è fatto (anche) d’acqua
Intervista e testi: Paola Greco
Riprese: Fabio Restelli