L’acqua, la risorsa più preziosa. Quella a cui secondo l’ONU nel 2050 tre miliardi di persone potrebbero non avere accesso. Il nostro Paese, anche se al momento gli scenari non sono così drammatici, ha tanto da imparare e da fare in tema di risorse idriche, perché solo da una svolta “green” anche in tema di acqua e da una gestione più attenta può nascere un futuro migliore. Ne hanno parlato diversi esperti a confronto, fra cui il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, nel incontro “Oro blu: il pianeta e il futuro dell’acqua” sesto appuntamento organizzato dall’ANSA in fatto di sostenibilità (altri ne seguiranno). In Italia molto dovrebbe cambiare nei prossimi mesi anche sull’onda dei finanziamenti del PNRR. All’insegna della “sobrietà idrica”, della modernità e di una nuova consapevolezza.
Risorse idriche: un problema multidimensionale
Pensiamo all’acqua e subito ci vengono in mente il rubinetto di casa oppure la bottiglietta di minerale o la borraccia. Però, soprattutto se si guardano i grandi numeri, la questione acqua è molto più globale e molto al di sopra di noi. «È un problema multidimensionale» ha sottolineato il ministro Cingolani, nell’incontro dell’Ansa. «Solo in Africa o in India 100 morti su 100.000 dipendono dalla mancanza di acqua potabile. In Italia e negli USA, invece, si arriva a un consumo di 220 litri al giorno a persona, comprendendo anche quella impiegata nella manifattura. Uno scenario di grande disparità».
Sprechi su cui intervenire
In Italia da anni il problema dell’emergenza idrica, soprattutto in alcune zone del sud, si intreccia a un altro, opposto, quello dello spreco: le condutture pubbliche vecchie, danneggiate in più punti, creano perdite consistenti. Secondo le rilevazioni Istat per le cattive condizioni dell’infrastruttura idrica si disperdono 3,4 miliardi di metri cubi: 156 litri al giorno per abitante. Le perdite potrebbero garantire le esigenze idriche di circa 44 milioni di persone in un anno. Proprio su questo aspetto il ministro Cingolani, in occasione del convegno Ansa, ha promesso interventi massicci.
«Stiamo lavorando per intervenire con le risorse del PNRR-Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, su ben 24.000 km di infrastrutture idriche, proprio per porre rimedio al problema delle perdite che arrivano al 40%. C’è un progetto molto importante anche anche per la costruzione di alcune decine di invasi che consentiranno di conservare l’acqua piovana per le stagioni in cui invece scarseggia. Interventi che porteranno nel nostro Paese anche più risorse per il settore agricolo che di tanta acqua ha bisogno»
Dal mare ai fiumi
E il “piano acqua” non si fermerà a questo. Il mare e i fiumi, preziosi e fondamentali per l’equilibrio dell’ambiente, saranno coinvolti in un’opera di tutela. «Un mare in salute è un ottimo assorbitore di anidride carbonica: per questo sono previsti interventi sui fondali marini. Interverremo anche per il recupero dei fiumi che sono le vere autostrade dell’acqua, per difenderne la biodiversità. In particolare si pensa a un progetto per il Po» ha detto Cingolani nell’incontro.
Il recupero del “refluo”
Infine anche le acque reflue, quelle che vengono utilizzate nelle attività, domestiche, industriali o agricole e che possono contenere sostanze di scarto nocive, hanno un posto nelle nuova gestione, più razionale, delle risorse idriche. «Non è solo un problema di acqua potabile. Lavoreremo per rinnovare gli impianti di depurazione delle acque reflue. Ci sono allo studio bandi e accordi con regioni e comuni. I tempi? Saranno gli stessi per tutti gli interventi: quelli, molto rigorosi, dettati dalla Commissione Europea per l’attuazione del PNRR: 72 mesi. È quello il cronoprogramma» ha detto Cingolani durante l’incontro organizzato da Ansa.
Acqua e sobrietà idrica: un impegno con le generazioni future
Oltre agli impegni concreti, l’acqua si potrà salvare (e con essa il Pianeta) se cambierà l’approccio delle persone. «Tanto dipende dalle piccole scelte quotidiane: la scelta giusta è quella della sobrietà idrica che parte anche da gesti semplici come quello di non sciacquare i piatti prima di metterli in lavastoviglie. Ogni giorno si possono evitare consumi inutili. E poi bisognerà pensare all’educazione delle nuove generazioni, far capire che la sostenibilità è sempre al primo posto. Ai giovani lasceremo le conseguenze dei nostri successi o dei nostri insuccessi anche in tema di acqua e risorse idriche».
Tuti gli incontri sulla sostenibilità ambientale si possono seguire in streaming su Ansa.it e rivedere poi sui canali social.
Lucia Fino